Il fegato rappresenta l’organo più grande del nostro corpo. Questo organo, estremamente irrorato, in realtà è una grossa ghiandola che svolge più ruoli fondamentali nel metabolismo.
Forse non tutti sanno che il fegato arriva a pesare dal 2% al 5% del peso dell’individuo, avendo una massa complessiva da 1,8-2,3 Kg. Di norma il fegato risulta essere leggermente più grande nell’uomo.
Ma a cosa serve esattamente questa grossa ghiandola?
Il Fegato: un Serbatoio di Glicogeno
Dobbiamo sapere che lo zucchero, in quanto tale, non può essere accumulato nelle cellule. Tuttavia avere a disposizione una riserva di zuccheri è fondamentale per le funzioni biologiche delle cellule, soprattutto per il funzionamento del cervello, che richiede come fonte energetica quasi esclusivamente zuccheri. Ebbene, il fegato rappresenta il “supermercato” dello zucchero, che viene “stoccato” sotto forma di glicogeno.
Il glucosio in quanto tale, chimicamente, non può circolare, così la natura lo complessa e lo conserva sotto forma di glicogeno. Questo lo possiamo trovare anche circolante nell’organismo per poter raggiungere le cellule dove deve essere utilizzato. Nel fegato ritroviamo almeno un terzo della totalità del glicogeno disponibile.
Le Funzioni del Fegato
Il fegato, oltre ad essere un serbatoio di glicogeno, ha altri importanti compiti: produrre la bile, che servirà per la “digestione” dei grassi; produrre diverse proteine del sangue; detossificare il corpo da sostanze dannose, siano esse prodotte dall’organismo stesso, o siano state introdotte dall’ambiente. Poiché nel fegato è contenuta anche una grossa quantità di sangue, il fegato ha anche la capacità di regolare la pressione dell’organismo. Un organismo adulto ha circa 1/12 del suo peso come massa di sangue, e circa il 13% di questo è contenuto nel fegato!
Per comprendere meglio facciamo due conti.
Un individuo di 70 Kg, ha circa 5,8Kg di sangue, e di questo ben 750gr sono nel fegato. Poco fa abbiamo visto che il fegato ha una massa di circa 2Kg, pertanto quasi la metà della sua massa è sangue!
Già da qui comprendiamo come un cattivo funzionamento del fegato si ripercuote negativamente su diversi ambiti del nostro corpo.
Fegato Intossicato: Quando Accade?
Ora cerchiamo di capire cosa significa avere il fegato “affaticato” o “intossicato”. Può l’organo che ha il compito di detossificare, rimanere intossicato?
La risposta purtroppo è sì, e questo dipende dalla quantità di sostanze da detossificare. Se sono troppe il fegato si affatica, va in sofferenza e di infiamma.
Ma andiamo con ordine e vediamo prima chi sono le sostanze tossiche, e poi vedremo come sono trattate.
Nel sangue sono presenti i nutrienti riassorbiti dall’intestino, quindi tutto quello che introduciamo con la nostra dieta, una volta assorbito dall’intestino, prima di andare in giro per il corpo passa dal fegato, che ha il compito di controllare che non ci sia qualcosa che potenzialmente sia dannoso.
Il fegato è ricco di citocromi, che sono dei piccoli laboratori capaci di reagire con sostanze tossiche, trasformandole in sostanze non tossiche, o in alcuni casi, almeno in sostanze meno tossiche. Questi piccoli laboratori non sono in numero infinito, e quando iniziano a lavorare su una molecola, non possono lavorare su altre, quindi molto dipende da quante sostanze tossiche sono introdotte contemporaneamente, oltre che dalla loro quantità.
Fonti di Sostanze Tossiche: Quali Sono?
Quali sono le fonti di sostanze tossiche?
Una fonte di sostanze tossiche che in tanti conoscono provenire dal cibo, sono le tossine prodotte dai funghi, chiamate appunto micotossine. Il fegato non riesce a rendere queste sostanze completamente salubri, ma ne riduce la tossicità. Ma non serve aspettare di incontrare micotossine, bastano catene lipidiche ramificate per impegnare i citocromi epatici.
Infatti, a chi ha il fegato in sofferenza sono sconsigliati i fritti ed i cibi particolarmente grassi. Stesso dicasi per gli alcolici: l’alcool, così come i tannini presenti nel vino, vengono metabolizzati dai citocromi epatici, perché diversamente sarebbero tossici per le cellule.
Purtroppo la dieta non è l’unica fonte di sostanze dannose, poiché per lo più viviamo in un ambiente inquinato. Inoltre in molti fumano, e sia il fumo attivo che il fumo passivo introducono nell’organismo sostanze tossiche, che impegnano il fegato in maniera importante.
Chi vive in città è consapevole che il fumo, lo smog e l’inquinamento delle industrie costituiscono un’importante fonte di sostanze tossiche (metalli pesanti e altre molecole di combustione), ma purtroppo anche chi vive in campagna non è messo meglio, a causa dell’uso intensivo di pesticidi e fitofarmaci utilizzati per la coltivazione.
A questi dobbiamo aggiungere gli additivi alimentari, i coloranti, i farmaci … la lista purtroppo è lunga, e purtroppo molte di queste sostanze hanno una tossicità elevata, tanto è vero che alcuni sono classificati come sostanze cancerogene.
Per sostanze cancerogene conosciute esistono importanti controlli obbligatori sulle derrate alimentari, anche se purtroppo introduciamo queste sostanze attraverso filiere alimentari dove non vi è l’obbligo di ricercarle. Approfondiremo più avanti un un articolo dedicato alla presenza delle tossine negli alimenti.
Quali Sostanze Tossiche Introduciamo?
Nella vita quotidiana possiamo dire che la stragrande maggioranza di noi introduce almeno tre di questi gruppi di sostanze tossiche:
- Fumo
- Smog (inquinamento dell’aria ambientale)
- Farmaci
- Coloranti e conservanti alimentari
- Utilizzo di alcolici o superalcolici
- Dieta grassa
- Cibi Fritti
Ovviamente in più categorie ci ritroviamo, o più è alta la frequenza con cui introduciamo queste sostanze, più compromettiamo il corretto funzionamento del fegato.
Queste sostanze, se non detossificate dal fegato perché troppo impegnato, vanno in circolo nel sangue, e si comportano come mimotopi ormonali. I mimotopi ormonali non sono degli ormoni, ma si comportano come se lo fossero, andando ad interagire con gli organi bersaglio, ed in particolare con le ghiandole che regolano il nostro metabolismo: il sistema endocrino.
Stato Infiammatorio: Perché si Verifica?
Dal punto di vista biologico, quando un ormone viene prodotto, ha una vita relativamente breve perché lo stimolo di un ormone non può durare per tempi lunghi: abbiamo dei meccanismi di controllo che degradano l’ormone, ed in questo modo consentono di modulare finemente l’azione sul sistema endocrino.
Poiché le sostanze tossiche non hanno meccanismi di regolazione, e normalmente si tratta di molecole stabili, ovvero che non si degradano da sole, la loro concentrazione continua a salire nel sangue e nelle cellule dell’organismo. Il corpo deve quindi intervenire per evitare questa overstimolazione al sistema endocrino, così li aggredisce e li distrugge. Questa azione è svolta dai macrofagi: cellule presenti nel torrente circolatorio che sono capaci di inglobare sostanze tossiche e distruggerle (se non sanno distruggerle sono comunque in grado di isolarle e metterle in una sorta di “prigione”, i lisosomi) così da non essere pericolose.
I macrofagi appartengono al complesso sistema che regola la risposta immunitaria e l’infiammazione, pertanto quando queste cellule agiscono, provocano una cascata infiammatoria per avvisare l’intero organismo della presenza di sostanze indesiderate. Un meccanismo analogo a quanto avviene in caso di infezione con virus o batteri.
La reazione infiammatoria appena descritta non è spesso visibile, perché è una infiammazione che interviene a livello delle cellule. In biologia questo tipo di infiammazione viene definita per l’appunto, infiammazione basale.
L’Infiammazione Basale o Cronica
Oggi sappiamo che l’infiammazione basale (o infiammazione cronica) è la causa di numerose (forse tutte) patologie croniche, fra cui vale la pena ricordare le malattie cardiovascolari (aterosclerosi, infarto, …), le malattie neurodegenerative (Parkinson, Alzheimer, …), le malattie metaboliche (diabete, sindrome metabolica, obesità, …) ed infine le malattie autoimmuni.
Quando la quantità di elementi tossici è elevata, oltre a far ammalare il fegato ed innescare l’infiammazione cronica, può provocare danni diretti su alcuni organi. I più facili da identificare sono eruzioni cutanee o sfoghi, derivanti da una irritazione diretta sull’epidermide. In un articolo dedicato vedremo quali campanelli d’allarme dobbiamo imparare a leggere per comprendere che il nostro fegato sta soffrendo.
Detossificare il Fegato: Perché è Importante?
Il fegato svolge dunque un ruolo chiave per il benessere dell’organismo ed è importante quindi prendersene cura fin da giovani. Detossificare il fegato dovrebbe diventare un obiettivo per tutti perché migliorerebbe la qualità e l’aspettativa di vita.
Dalla review di Noel Salvoza ed altri, appena pubblicata su International Journal of Molecular Science (2 Marzo 2022), si evince che “la steatosi epatica non alcolica (NAFLD NonAlcoholic Fatty Liver Disease) è fortemente associata a condizioni cliniche come sovrappeso o obesità, diabete mellito di tipo 2, ipertensione, ipertrigliceridemia e colesterolo HDL basso, che costituiscono tutti gli elementi essenziali in uno scenario di sindrome metabolica. I tassi in forte espansione dell’obesità e di altri elementi della sindrome metabolica contribuiscono alla crescente prevalenza mondiale della NAFLD negli adulti e nei bambini. Pertanto, l’incidenza della NAFLD nei bambini e negli adolescenti rappresenta una grave minaccia per la salute pubblica nei prossimi anni.”
Con il Dr. Noel Salvoza della Fondazione Italiana Fegato, partendo da queste considerazioni, abbiamo lavorato ad una soluzione per detossificare il fegato con molecole naturali, valutando sia la possibilità di utilizzare vitamine per il fegato, sia integratori per il fegato, utilizzando un modello sperimentale per identificare le molecole capace di detossificare il fegato, e quindi ridurre l’infiammazione basale delle cellule epatiche. I risultati di questa ricerca li descriveremo in un futuro articolo, ma che potete iniziare a leggere qui nella versione originale (https://doi.org/10.3390/ijms23073562).
Vi lasciamo anche alla lettura di questo interessante articolo che mi vede coautore insieme al gruppo della Fondazione Italiana Fegato (https://www.mdpi.com/1558084).
Andrea Saccani
Laureato nel 2000 in Scienze Biologiche indirizzo Biomolecolare mi sono occupato inizialmente di ricerca di base in Endocrinologia Sperimentale presso l'Istituto Auxologico Italiano nel gruppo del prof. Cavagnini.
“La qualità del cibo come driver per correggere abitudini nutrizionali errate” EXPO 2015 sede CNR Milano.